06 luglio, 2011

Fenomenologia di un biscotto.


Non avrei mai immaginato che un compleanno, un biscotto e una torta potessero polarizzare l’attenzione dei miei lettori fino a tanto, a mezzo mail: inviti a cena, congratulazioni, auguri ….  Mi sono chiesto come mai un argomento simile potesse solleticare l’attenzione. Saltando qua e là nella mia memoria colabrodo, ‘à la recherche du temps perdu’, ho ricordato il piacere nel degustare un biscotto di Marcel Proust (il biscotto è la madeleine)
‘…In una giornata d’inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, un po’ di tè. Rifiutai dapprima, e poi, non so perché, mutai d’avviso. Ella mandò a prendere una di quelle focacce pienotte e corte chiamate maddalenine che paiono aver avuto per stampo la valva scanalata di una conchiglia di san Giacomo. Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla prospettiva d’un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di maddalena. Ma nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito reso indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive, la sua brevità illusoria. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale … ‘

Piacere intenso, sapori e abitudini apparentemente dimenticati che appaiono prepotentemente alla sola vista di un biscotto. Sarà questa la ragione di tanto consenso? Un riflesso condizionato, direbbe Pavlov, da stuzzicare l’acquolina?

Ci penserò, nel frattempo, se volete, leggete pure ‘La strada di Swan’ e l’articolo su Proust di cui riporto il link 


Il mio post precedente, oggetto di attenzione e gradimento. 
La torta biscotto - con tanti auguri

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