21 giugno, 2013

L'applauso contagia - Avete recentemente veramente applaudito o siete stati trascinati a farlo?

L'applauso sarebbe contagioso, secondo uno studio svedese 
Gli applausi sono come le malattie, sono contagiosi. Secondo uno studio, più una folla applaudisce, più gli altri individui che la compongono sono, essi stessi, portati a fare altrettanto. Questo fenomeno, chiamato "contagio sociale" è noto fin dal XVII secolo. Nei teatri, le persone venivano assunte (e lo sono ancora) per sostenere le rappresentazioni  applaudendo e trainando, gli altri paganti, all'applauso. Una pratica che continua, ne parlavo con Antonella Testini, in splendida forma, giovedì pomeriggio al 'Plissé' a proposito dei laudatores tempori acti, in forte aumento negli ultimi tempi. 
I ricercatori hanno deciso di approfondire questa evidenza empirica per trasformarla in modello matematico. 
Figure 1.
Richard Mann, matematico presso l'Università svedese di Uppsala, e il suo team hanno iniziato a filmare sei gruppi, ciascuno composto da 13-20 studenti che frequentano delle conferenze. Poi hanno analizzato il loro applauso nel più piccolo dettaglio. 
Cifre e curve dettagliate hanno portato messo in grado gli scienziati di dire che tra la fine della presentazione e il primo applauso  passa una media di 2,1 secondi. Passano meno di tre secondi dopo il primo applauso per gli applausi di tutti gli altri membri del pubblico. Pagare le persone per fare la claque, insomma, è un buon investimento. 
Dopo aver testato diversi modelli di probabilità statistica, i ricercatori concludono che "la propensione di un nuovo individuo ad iniziare l'applauso, dopo il primo è proporzionale al numero di individui che sono già plaudenti". In soldoni, pagare le persone a "fare da claque" , paga, come volevasi dimostrare. "E' un comportamento simile alle reazioni riflesse che si trovano nella scimmia per le decisioni relative al movimento, negli esseri umani l'Eye Tracking, la risposta lineare nel seguire lo sguardo", così dicono i ricercatori che annoverano nello staff biologi esperti nel comportamento animale. 
Hanno però avuto maggiori difficoltà nell'individuare i fattori che spingono l'individuo a smettere di applaudire. Se il "carrozzone" sembra essere ancora una volta il fattore principale ("maggior è il numero di persone che smettono di applaudire, più io tendo a fermare me stesso"), lo studio stabilisce anche un legame con la lunghezza totale degli applausi: "Più a lungo plaudo, più grandi sono le probabilità che mi fermi." 
Forse per fatica, le mani doloranti? Difficile prevedere una media di applausi per un tempo di poco più di sei secondi misurati durante gli esperimenti. 
Scrivono i ricercatori "Crediamo che la nostra metodologia possa essere applicata anche ad altri fenomeni di contagio sociale" in aree sociologiche, psicologiche o economiche", come, per esempio, la velocità con cui le persone lasciano le reti sociali". 
Lo studio è pubblicato sulla rivista britannica ufficiale Interface della Royal Society (link) Journal of the Royal Society Interface.

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