27 novembre, 2013

Donne utilizzate come armi da guerra - Corpi come merce, troppo spesso devastati dalla violenza

Durante la guerra in Siria, molte donne sono state violentate, usate come scudi o rapite e usate come moneta di scambio. 
 

Molte donne durante la guerra in Siria, sono state stuprate in carcere, usate come scudi umani e strappate alle loro famiglie per usarle come strumento di pressione e umiliazione per le loro famiglie. 
Euromedrights
La guerra in Siria "è un ambiente favorevole alla violenza contro le donne, compresa la violenza sessuale. 
Gli abusi contro le donne (sono stati volutamente utilizzati) per sconfiggere il nemico come fatto simbolico e psicologico", 
dice lo studio pubblicato lunedi da EURO-MEDITERRANEAN HUMAN RIGHTS NETWORK.

Reso pubblico in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il documento afferma di aver accertato l'esistenza di stupri in sette province, tra cui Damasco. Si sono verificati più spesso durante "raid governativi, ai posti di blocco e nei centri di detenzione".

Stupri e violenze multiple, nel documento si cita il caso di una giovane donna di 19 anni, chiamata Aida, da Tartous sulla costa del Mediterraneo, la cui famiglia era vicina ai Fratelli musulmani, ostili al regime. Durante la sua detenzione tra l'ottobre 2012 e il gennaio 2013, è stata violentata due volte, una da tre soldati alla vigilia di essere presentata al giudice. 
"Il poliziotto mi ha lasciata in una stanza ed è poi tornato con altri tre soldati che mi hanno violentata a turno. Ho resistito al primo, ma quando venne il secondo, ero così terrorizzata da non avere la forza di combattere. Con il terzo, ero devastata. Il mio corpo ha sanguinato per tutto il tempo. Quando ebbe finito, sono caduta sul pavimento. Dieci minuti più tardi, il medico del carcere è arrivato, mi ha accompagnato in bagno e mi ha dato una iniezione in modo che potessi stare in piedi davanti al magistrato". 

Il rapporto afferma che lo stupro viene spesso usato come arma durante le operazioni militari. Cita anche il caso di una bambina di nove anni a Homs (centro) violentata nel marzo 2012 di fronte alla sua famiglia dalle truppe governative nel quartiere di Baba Amr.
Lo stesso studio rileva la difficoltà di documentare atti di violenza a causa della vergogna legata a questa violenza sessuale. 
"Molte vittime di tali atti, se non la maggior parte di loro scelgono o sono costrette a lasciare il loro paese, portando con sé il trauma fisico e psicologico." 
L'organizzazione ha inoltre rilevato l'uso delle donne come scudi umani e l'aumento dei rapimenti. Essa rileva che le donne sono spesso rapite per denaro o merce di scambio
"per fare pressione sugli uomini della famiglia in modo da condizionarne la resa". 
Il rapporto cita la Rete siriana dei diritti dell'uomo, secondo la quale tra dicembre 2011 e maggio 2012, 125 donne e due bambini sono stati presi in ostaggio.
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da 
EURO-MEDITERRANEAN HUMAN RIGHTS NETWORK.
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Il rapporto completo

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