20 novembre, 2013

Quando fumare è un lavoro con tanto di retribuzione

Pagati per fumare 


La signora Li fuma 30 sigarette al giorno e non ha alcuna intenzione di fermarsi, come centinaia di persone in Cina, Li Hui, tuttavia è pagata per farlo, come riporta il Global Times

Nella Heilongjiang Tabacco Industrial (黑龙江烟草工业有限责任公司), una grande ditta produttrice di sigarette, valuta l'aroma, se acre o con effetti irritanti. Le donne "dal senso delicato" eccellono in questo mansione, ma devono rinunciare a trucchi e profumi: e non per alterare il gusto del prodotto. La Cina ha 350 milioni di fumatori, più di un terzo della popolazione mondiale degli amanti della nicotina. Secondo uno studio condotto dalla Johns Hopkins University, più dell'85% dei bambini cinesi sono in grado di identificare una marca di sigarette, seconfo una nota di QUARTZ.

Per farla breve, nessuna tregua per l'infaticabile signora Li testatrice, incoronata anche "lavoratrice modello" dalla città di Harbin. Va detto che, accanto all'inquinamento della metropoli, che assilla più di 11 milioni di persone, le volute di fumo professionale sono proprio ... la ciliegina sulla torta ... una schifezza, insomma. La stessa città di Harbin è stato bloccata per tre giorni dallo smog. 
Scuole chiuse, caos negli aeroporti: sotto una cappa irrespirabile, la visibilità non superava i 10 metri, secondo il South China Morning Post. La concentrazioni di polveri sottili PM 2,5 ha raggiunto quasi 40 volte il livello di esposizione massima raccomandata dall'OMS. Le autorità hanno attribuito l'inquinamento alla messa in funzione del riscaldamento pubblico. 
La signora Li, che ha fatto una concessione al marito, non fuma in ufficio.

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