25 novembre, 2013

Tutti contro di lei - la famiglia, l'entourage, lo stato

Da Salafita ad atea: 
un egiziana racconta la sua conversione
La storia di Noha, egiziana che, diventando atea, deve sopportare la sua famiglia e il suo entourage. Una storia femminile come tante che passano sotto silenzio. 

La distinzione religiosa . filmato
Noha è un giovane fisica. Ha raccontato ad Egypt Independent (vedi) come è passata dal salafismo all'ateismo. Un percorso raro in un paese tradizionale e religioso come l'Egitto. La giovane donna è cresciuta sotto le rigide regole della dottrina salafita prima di abbandonarla gradualmente. Una scelta che ha cambiato radicalmente la sua vita, essendo cresciuta in un ambiente osservante e religioso.

Suo padre prega e legge il Corano ogni giorno, per "proteggersi dal male", insieme a sua madre, che segue gli stessi precetti. Come quasi tutti i musulmani, all'età di 15 anni, Noha, inizia ad indossare il velo. Ha spiegato che la decisione le è stata imposta dal suo maestro di arabo perchè "i buoni studenti hanno anche buoni costumi". Inizia, così, a studiare la religione, conquistandosi dei riconoscimenti nella recitazione coranica. 

Alla scuola di medicina compie un nuovo passo nella sua pratica religiosa. Mona Imam, moglie dell'ex consigliere presidenziale Essam al-Haddad, le consiglia di portare il velo integrale, il niqab. in questo periodo, studente, informata ai principi religiosi, decide di sposarsi dopo pochi anni con un uomo e con lui condivide la sua visione dell'Islam.. 
Cominciano a farsi strada i primi dubbi. Durante questa unione Noha inizia a dubitare dell'esistenza di Dio proprio a causa di suo marito. Costui, nel corso degli anni, diverrà piuttosto fondamentalista e violento con lei. Non avendo nessuno con cui confidarsi, la giovane donna decide di dire tutto a suo padre, costui non prende le sue difese e, per contro, cita i testi sacri: 
"Dio ha dato al marito il diritto di picchiare le loro mogli, come indicato nel versetto della Sura Al-Nisa." 
Questa spiegazione sarà la base del suo ragionamento:
«Come potrebbe Dio dare il diritto a un marito di abbandonare e picchiare la moglie e, peggio, concedergli di essere sposato con un altra allo stesso tempo? Come è possibile quando l'Islam proibisce di battere gli animali? Le donne sono inferiori agli animali? Forse perché le donne sono fisicamente più deboli rispetto agli uomini e quindi non possono replicare? Come possono accettare di essere umiliate?» 
La relazione con il marito si deteriora, un giorno, mentre stava guardando la televisione da sua madre, Noha, la giovane donna, coglie l'occasione per sottolineare la sua ipocrisia. Reazione violenta e immediata del marito che la percuote sotto gli occhi della madre impotente. Determinata, Noha, rimette in discussione tutti gli scritti del Corano e consulta i libri dei filosofi che trattano l'adattamento e l'interpretazione delle sure nel nostro tempo.

Poco a poco Noha inizia a cambiare. I familiari la rimproverano e cominciano a pensare che lei soffra di disturbo ossessivo-compulsivo. Poco dopo, Noha decide di non indossare più il niqab, di non pregare ed esprimere le proprie idee. Porta alla sua famiglia un certificato che attesta di non soffrire di disturbi mentali. Tuttavia, è discreta, perché gli atei non sono i benvenuti in Egitto. Per lei, è illogico: 
"accettare le regole scritte 500 anni prima in un ambiente che non esiste più." 
Diventare atea l'ha indotta a rinunciare al suo matrimonio e ad allontanarsi dalla sua famiglia. La giovane donna è stata cacciata da sua madre. Da allora, le cose sono cambiate. Noha ha incontrato un ateo.
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