27 maggio, 2014

La notte è importante per loro - Ora anche operosa

Luci solari portatili per gli artigiani del Mali 
Lampioni solari realizzati con una ruota di bicicletta e oggetti riciclati hanno trasformato la vita degli artigiani in Mali, permettendo loro di lavorare di notte per sfuggire al caldo della giornata. 
 
             
http://magazine.larchitetto.it/dicembre-2013/gli-argomenti/attualita/giovani-architetti-arrivano.htmlLui è architetto e regista italiano, Matteo Ferroni, che ha avuto l'idea di queste lampade durante un soggiorno nel 2010 in alcune comunità rurali senza elettricità. Si era reso conto che le persone erano poco attive durante il giorno a causa del caldo soffocante e lavoravano tutta la notte alla luce di lampade tascabili torce o per godersi il chiaro di luna certamente più fresco e sopportabile. 
"Mi resi conto di quanto la notte fosse importante per queste comunità". 
Progettò, così, un prototipo "facilmente riproducibile" da artigiani locali e costituito da oggetti forniti dagli abitanti del villaggio, come racconta sul sito dedicato alla sua invenzione: forobayelen.org/ 

Nel 2011, Matteo Ferroni tornò nel Mali con il prototipo e 
"insieme a Segou, abbiamo progettato la prima lampada portatile
(vedi progetto su FESTARCH, international architecture festival by ABITARE), ha detto Alassane Keita, che dirige l'associazione Faso Gniètaareferente locale della fondazione Eland, finanziatrice del progetto.
http://milan.impacthub.net/2013/04/05/matteo-ferrone-pioniere-della-luce-in-mali/
Questo è un lavoro di squadra che coinvolge molti artigiani locali: un saldatore, Amadou Sidibe, produce il corpo della lampada giustapposto a delle biciclette. Specialista nella produzione di teiere, Abubakar Dagnon, costruisce gli involucri che ospitano le lampadine a LED riciclando pentole in alluminio. Questo è l'unico artigiano in Segou in grado di realizzare questo lavoro di precisione.
                           
Questa geniale lampada mobile ed ecologica è utilizzata da 15 dei 72 paesi della comunità rurale, che lo chiamano "foroba Yelen" ("luce collettiva" in Bambara, un linguaggio del Mali).
              
Ogni individuo ne ha diritto e la riserva ai propri bisogni: qualcuno, per esempio, ne ha riservata una per la cerimonia di battesimo di sua figlia appena nata, tessendo le lodi a questa iniziativa che ha migliorato la vita degli abitanti del villaggio, i poveri, che non hanno i mezzi per acquistare un generatore collettivo, che richiede un budget di carburante che non possono permettersi.                

Il foroba Yelen viene utilizzato per le esigenze delle piccole imprese commerciali, funerali, nascite della clinica della città ... Alcuni ne fanno uso saltuario ma molti la usano regolarmente, come il vasaio: prima, "avremmo fabbricato i contenitori di terracotta, alla luce della luna e con la torcia attaccata alla testa, come fanno i cacciatori", ma ora con la lampada solare mobile, no ce n'è più di questi fastidi.
             
Molte ragioni rendono questi lampioni solari mobili una seria alternativa all'illuminazione stradale in Mali, un paese di oltre 16 milioni di persone regolarmente afflitto negli ultimi anni da fastidiose interruzioni dell'erogazione dell'energia elettrica.
              
Il 14 maggio, il governo del Mali ha registrato un deficit di produzione di energia elettrica che ha "raggiunto il livello eccezionale di 111 megawatt nel 2013 (45% della domanda)".             

La Società energetica EDM-SA, per il 66% di proprietà del Mali e il 34% da una controllata del gruppo Aga Khan, è in una situazione "critica" e non riesce a garantire l'approvvigionamento normale, nonostante le sovvenzioni dello Stato (57,5 miliardi di FCFA nel 2013, quasi € 87.700.000).

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