31 ottobre, 2014

Deambulare nudi non è un diritto. La Corte Europea sentenzia: 'Un po' di serietà, che diamine!'

La Corte europea non garantisce il diritto di andare in giro nudi.
Un cittadino britannico condannato per aver vagato nudo aveva presentato ricorso alla Corte di giustizia europea per violazione della libertà di espressione. Il ricorso è stato respinto Martedì (Per scaricare la sentenza - Qui)

https://twitter.com/NBCNews/status/527088404199002112/photo/1
La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDH) ha respinto il ricorso di un cittadino britannico che sosteneva il diritto di andare in giro nudi ovunque e in ogni circostanza. L'attivista ha scontato più di sette anni di carcere nel Regno Unito.

Stephen Gough Peter, soprannominato "The Naked Rambler" dalla stampa inglese, dopo aver deciso di viaggiare per il paese nel più semplice degli abbigliamenti, è stato condannato trenta volte in Scozia. In particolare per turbativa dell'ordine pubblico, oltraggi ai magistrati davanti ai quali si ptrsentava in tenuta adamitica. 

Questo militante sostenitore dell'innocenza innocenza del corpo umano ha speso un totale di più di sette anni di vita nelle carceri di Sua Maestà,in isolamento per evitare che offendesse i suoi compagni di prigionia.

La Corte di Strasburgo, chiamata in causa per violazione dei diritti alla libertà di espressione e del rispetto della vita privata, ha giudicato "innegabilmente severo" l'impatto e il cumulo delle sanzioni a lui imposte ma... "Non possiamo ignorare le responsabilità del richiedente per quanto riguarda le condanne e le sentenze subite".

Ma Essa, la Corte, crede che "molte altre siano le strade a disposizione per esprimere le sue opinioni", Peter Stephen Gough, che "ha chiesto la tolleranza nei confronti della sua condotta, avrebbe dovuto mostrare la stessa tolleranza e il rispetto per le opinioni degli altri cittadini". La Corte ha continuato descrivendo il suo comportamento come "contrario alla morale esistente in ogni società democratica moderna". 

Quanto al rispetto della vita privata, questo, non permette di fare qualsiasi cosa in pubblico, dicono in sostanza i giudici. "Un minimo di serietà si impone". 

2 commenti:

Francesco Zaffuto ha detto...

Il principio di potersi sottrarre alla libertà di espressione degli altri va garantito. La condanna di 7 anni non è per niente proporzionale al reato. Mi chiedo? Se il principio di potersi sottrarre è un principio sacrosanto, la Corte dovrebbe proibire tutta quella pubblicità opprimente che subiamo senza poterci sottrarre, ad esempio quella nelle stazioni ferroviarie con megaschermi e nelle metropolitane. ciao

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