28 novembre, 2014

Se le donne sono violentate ... se la sono cercata.

Un videoclip di prevenzione contro lo stupro scatena l'opinione pubblica.
https://www.youtube.com/embed/qrhb_KXWXXo
La Polizia ungherese ha pubblicato un videoclip contro lo stupro che spiega alle donne che, se sono violentate, in definitiva, è soprattutto colpa loro. Le Organizzazioni femministe sono indignate. 

Questo è il video del momento, che ha reso furibondi in Ungheria e ha scatenato le associazioni di donne anche oltre i confini magiari. Proviene dalla polizia ungherese a scopo di prevenzione, per impedire lo stupro di donne. In questo filmato si privilegia la colpevolizzazione delle vittime. Detto grossolanamente: se le donne sono attaccate è perchè se la sono cercata. 

Che cosa vediamo nel video? Seguiamo tre giovani donne che si preparano per andare a divertirsi, in minigonna, tacchi alti e piuttosto alticce. In discoteca ballano, poi incontrano persone e flirtano un po'. Fuori, una di esse viene violentata da un uomo incappucciato. Finale dello spot e messaggio che appare sullo schermo: 
"Tehetsz Ròla, tehetsz Ellene"
("Si può fare qualcosa per impedirlo").

Il video, pubblicato on-line dalla polizia di Baranya nel sud-ovest dell'Ungheria, è stato finanziato da un'istituzione legata al Ministero degli Interni. Esso è destinato alle scuole, come diversi media hanno riferito. 

Le forze di sicurezza hanno giustificato questa clip dicendo "I nostri esperimenti dimostrano che, nella metacomunicazione, il corpo femminile (linguaggio del corpo) svolge un ruolo importante nella prevenzione. Molto spesso la civetteria delle giovani donne innesca la violenza".

Il video è stato pubblicato proprio in coincidenza della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Le associazioni di donne ungheresi hanno reagito immediatamente. "Questo video è mostruoso ... Non è l'abito che fa la vittima", dice in una nota Réka Sáfrány per il gruppo contro la violenza sessuale 'Keret'. Un'altra associazione ha pubblicato una petizione perchè la polizia orienti i suoi messaggi agli stupratori, non alle vittime. 

Il quotidiano Libération cita Györgyi Tóth di Hungary’s Women United Against Violence, che critica fortemente la clip: il video è grave perché crea un falso senso di sicurezza. "... suggerisce che se ci si veste come un sacco di patate e non si beve si è sicure. Questo è assurdo". Così come in molti altri paesi, lo stupro viene commesso più spesso da un membro dell'entourage e raramente in ambiente sconosciuto. 

Un rapporto di Amnesty International, pubblicato nel 2007, già indicava pregiudizi incontrati dalle donne vittime di stupro in Ungheria. Secondo un sondaggio, oltre il 32% delle persone (quasi il 40% degli uomini e il 25% delle donne) pensava che la donna era responsabile di stupro. 


1 commento:

cristiana marzocchi ha detto...

Sempre protetti i maschietti, ma non si accorgono che così li fanno passare per animali?
Io protesterei fossi in voi.
Cristiana