30 dicembre, 2014

La Corte Europea si pronunzia sul brevetto degli ovuli ottenuti dalla manipolazione genetica

Il brevetto degli ovuli, consentito se non possono diventare esseri umani. 
La Corte di Giustizia dell'Unione Europea si è pronunziata sugli ovuli attivati ​​dalla manipolazione genetica per produrre cellule staminali. 
https://oggiscienza.wordpress.com/2014/12/19/no-lovocita-manipolato-non-e-un-embrione/La Corte ha autorizzato giovedi i brevetti solo se gli ovuli non hanno la capacità di svilupparsi in esseri umani, perché non possono essere classificati come embrioni. La Corte, che ha seguito il parere dell'avvocato generale, a proposito del caso di una società di biotecnologie, International Corporation Stem Cell (ISCO), bloccato dalla giustizia britannica. Quest'ultima aveva presentato due domande di brevetto nel Regno Unito per la proprietà intellettuale, che riguarda la tecnologia che produce le cellule staminali pluripotenti (che possono svilupparsi in qualsiasi cellula del corpo umano) da ovuli umani. Queste cellule staminali pluripotenti avrebbero un grande potenziale nel promuovere la ricerca nel campo della medicina rigenerativa. Queste uova sono attivate per partenogenesi, in assenza di spermatozoi, per attivare embriogenesi senza fecondazione.

L'Ufficio britannico aveva respinto queste richieste di brevetto per il fatto che le invenzioni basate sull'uso o la distruzione di embrioni umani non sono brevettabili ai sensi del diritto europeo. Isco, la società, aveva poi contestato questa tesi, spiegando che l'ovulo attivato per partenogenesi non è in grado di diventare un essere umano. Nella sentenza di giovedi, la Corte spiega: 
"...per essere considerato embrione umano, un ovulo umano deve necessariamente avere la capacità intrinseca di svilupparsi in un essere umano"... e continua "il semplice fatto che un ovulo umano attivato per partenogenesi inizi un processo di sviluppo non è sufficiente per considerarlo come un embrione umano".
Tuttavia, il Tribunale ricorda, "nel caso in cui tale ovulo abbia la capacità intrinseca di svilupparsi in un essere umano, deve essere trattato allo stesso modo di un ovulo umano fecondato in tutte le fasi di sviluppo". In pratica la sentenza rinvia alla corte britannica il compito di verificare se gli organismi che Isco vuole brevettare non abbiano la capacità intrinseca di svilupparsi in un essere umano.

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