15 gennaio, 2015

Vendite record del 'Trattato sulla tolleranza' di Voltaire.

Le vendite del "Trattato sulla tolleranza" alle stelle. 

Da Mercoledì scorso, tutti vogliono (ri) leggere il "Trattato sulla tolleranza" di Voltaire, dice Le Figaro (il suo trattato è tra le vendite maggiori del momento - 'Voltaire io invoco il tuo nome' titola il quotidiano). 120.000 copie sono state vendute, per esempio, solo nella collezione "Folio € 2". 

L'editore ha lanciato una ristampa. I download gratuiti vanno alla grande tanto da diventare l'ottavo titolo più richiesto attualmente online (il libro è disponibile, tra l'altro, in Wiktionary (in francese), la biblioteca digitale associata a Wikipedia). 

Secondo la BBC e molte altre testate giornalistiche è il momento opportuno  per cogliere l'occasione e ricordare la storia del testo, pubblicato nel 1763, dopo l'esecuzione di Jean Calas protestante accusato senza prove di aver ucciso suo figlio, solo perché si era convertito al cattolicesimo. 

I critici si sono spesso concentrati, in passato, sui pochi capitoli del caso Calas, che rappresentano il pretesto dell'opera: il pregiudizio anti-intolleranza, anti-infamia è così incurante della realtà giuridica, così monolitico che il filosofo di Ferney, uomo dalla rabbia laica, diventa anch'egli fanatico, di una fede ossessiva in senso opposto. 

Spesso si è sorvolato sugli altri capitoli: per esempio, sui martiri cristiani dei primi secoli presentati come vittime di regolamenti dei conti o legittimamente puniti perché trasgressori delle leggi dell'Impero, ma non tutti a causa delle loro convinzioni religiose. Intolleranti anch'essi, erano bolliti vivi, impalati o dati in pasto alle bestie.

Per sintetizzare, il libro è pervaso da una indignazione sincera e forte contro l'intolleranza, il suo stile, potente e flessibile, è molto meglio del suo contenuto a volte casuale. 
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