17 giugno, 2015

Prendere in giro i robot è deridere noi stessi. Ride bene chi ride ultimo.

Venerdì 12 scorso, DARPA, (Defense Advanced Research Projects Agency - la stessa che è all'origine della ricerca che ha portato alla creazione di Internet), ha organizzato un concorso di robot umanoidi a Pomona, California. 

24 squadre di diverse nazionalità in gara per vincere un premio di 2 milioni di dollari. Bisognava presentare un robot umanoide, quindi con due braccia e due gambe, che eseguisse 8 prove in meno di un'ora, tra cui: guidare, venir fuori dal mezzo, aprire una maniglia di una porta, ricercare e bloccare la perdita di una valvola, penetrare un pannello in calcestruzzo con un utensile, spostarsi in un campo affollato di ostacoli, salire le scale

C'era una ragione per questo concorso, un motivo molto pratico. In seguito all'incidente nucleare di Fukushima, si è scoperto che per entrare, muoversi e agire in un edificio contaminato, è meglio inviare le macchine e che sarebbe stato meglio che queste macchine fossero umanoidi per muoversi correttamente ed agire in spazi fatte per l'uomo. 

Passiamo sopra a piè pari al paradosso che sia l'ipotesi di un incidente nucleare che ci spinge a costruire un doppione di noi stessi, come se ci preparassimo a non essere più in grado di occuparci del nostro mondo e prevedere che i cloni meccanici possano prendere il nostro posto. Bene. 

A Fukushima, i robot serpente dotati di telecamere inviati dai giapponesi sono molto utili per vedere cosa succede, quando non falliscano o si blocchino come è accaduto di recente, ma lo sono un po' meno quando si tratta di aprire una porta, rompere un muro, o semplicemente premere un pulsante. In breve, il concorso organizzato da DARPA e lanciato già tre anni fa, tempo necessario alle squadre per lavorare, aveva lo scopo di mettere in evidenza le macchine efficienti e, quindi, soluzioni a questo problema. 

É un robot coreano che ha vinto. Il suo nome Hubot (per Humanoid Robot), misura 1,80 metri e pesa 80 kg. Ha distanziato rispettivamente di sei e dieci minuti i suoi due più valorosi concorrenti, due robot americani. 


Ma non è proprio questo l'argomento di cui vi parlo. Quanto del fatto che siano più divertenti le sue cadute che quelle delle persone, di cui sono pieni i social media ed i programmi televisivi. 

http://boingboing.net/2015/06/08/watch-amazing-robots-fall-over.htmlDalla fine del concorso, sono circolate in rete quasi ossessivamente le immagini di questi robot che cercavano di svolgere i compiti richiesti dal concorso. Abbiamo visto alcune immagini piuttosto sorprendenti di robot alla guida di un'auto (è proprio divertente veder guidare una macchina da un robot solo), salire le scale (non sempre con metodi ortodossi, il salto del gradino è a volte più efficace rispetto alla salita umana convenzionale, alternando le gambe). 

Hanno anche dimostrato quanto sia facile, se siamo in forma, aprire una porta e quanto sia, invece, molto complicato per un robot, che potrebbe aver bisogno di dieci minuti. 

Ma non sono queste le immagini in circolazione negli ultimi giorni, oltremodo condivise e dibattute in conversazioni animate, quanto le cadute. Sono le immagini di un robot che cerca di salire le scale e ricade e si blocca sulla schiena come una tartaruga o un altro che, al momento di aprire la porta, crolla o, il must, il robot che, quando è fuori dalla macchina, comincia a tremare in tutto il suo corpo dimetallo e cade faccia a terra con correttezza impeccabile. 

Ed è divertente. Davvero, ... a sorpresa, è anche più divertente rispetto ai video di gente che cade (e Dio sa quanto il pubblico ami vedere la gente che cade, pare sia il principale rimedio contro la depressione, invece che le ruspanti o meno economiche psicoanalisi). 

In questi video i robot sono molto divertenti ma il contesto non è da meno, quello dei robot creati da ingegneri di altissimo livello, spesso con centinaia di migliaia di dollari, che non riescono a superare i problemi di equilibrio più elementari. 

Ciò che fa ridere è anche vedere il collasso di colui che è presentato come il nostro concorrente di domani. Questo robot farà il lavoro, che guiderà la nostra macchina, farà la guerra, è più veloce nel calcolo e, dulcis in fundo, ha più memoria. Beh, questo robot, poi, quando deve lasciare l'auto, si spiaccica come normalissima merda. 

Ma, come spiega la rivista Wired in un bell'articolo intitolato "Basta a ridere di questi goffi robot umanoidi", ride bene chi riderà per ultimo. Infatti, se questi robot sono goffi, così maldestri, è perché sono umanoidi. Basta costruirli diversamente e correranno più veloci, saliranno le scale in due secondi, apriranno una porta, non avranno incidenti durante la guida (oltre a questi, Darpa ne costruisce altri, e non sono così stupidi). Si ride perché non si è riusciti a creare i robot a nostra immagine. 

In sostanza, stiamo ridendo di noi stessi. Noi, poveri demiurghi. 

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