13 ottobre, 2015

Fine dei commenti del pubblico sulla testate giornalistiche in rete

É la moda del momento: eliminare la sezione dei commenti del sito web. L'esempio più recente è Motherboard, il sito di scienza e tecnologia di Vice che ha deciso, dopo oltre un anno di dibattiti, di eliminare la possibilità di commentare i suoi articoli. 
http://www.wired.com/2015/10/brief-history-of-the-demise-of-the-comments-timeline/
Per anni, avere una sezione di commenti è stata una delle caratteristiche sul web. Ma poco a poco, come l'audience ha cominciato a salire, il lavoro del moderatore è diventato troppo grande e costoso. Approfittando della circolazione di tali discussioni sui social network, molti media hanno deciso di chiudere questa possibilità. 

Ecco alcuni passi in questo processo: 

 Settembre 2012: Atlantic Media lancia il sito web Quartz senza sezione di commento. Alla fine ha aggiunto una funzione "annotazione", un anno dopo. 

Settembre 2013: Popular Science è diventato una delle prime grandi pubblicazioni a sottostimare i commenti, citando studi che mettono in risalto l'impatto di tali osservazioni rispetto alla percezione della scienza da parte dei lettori. Suzanne LaBarre, editore del sito, ha commentato: "Se porti questo ragionamento sino alle estreme conclusioni, deduci che i commenti formano l'opinione pubblica, l'opinione pubblica modella le politiche pubbliche che, a loro volta, modificano il modo di finanziare la ricerca, va da sè che s'intuisca il motivo per cui siamo stati costretti a fare affidamento su "off"

 Aprile 2014: Il Chicago Sun-Times sospende i commenti evocando "il tono e la qualità" (trollish behaviors) di questi.

 Novembre 2014: Il sito Recode fa la stessa cosa suggerendo le reti sociali, come luoghi migliori per un commento. 

 Gennaio 2015: Il sito Bloomberg decide di aumentare i suoi contenuti, senza commenti.

Follow The Verge, Wired, The Daily Dot, The Daily Beast, che hanno abolito - almeno in parte - la loro sezione commenti.
Commento?

Nessun commento: