13 agosto, 2017

Le luci della città accecano gli impollinatori. Un esempio qui da noi.

"Accecati dalla luce", titola Nature nella sua edizione del 10 agosto. La rivista punta i riflettori sulla minaccia dell'illuminazione notturna delle città per gli insetti impollinatori, i cui numeri sono in calo in tutto il mondo. 

https://twitter.com/nature/status/895600656991608832É l'ipotesi difesa da un team europeo in una pubblicazione on-line del 2 agosto sullo stesso sito Nature. Studiando i fiori illuminati artificialmente, i ricercatori dell'Università di Berna, in Svizzera, e il Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi hanno osservato una diminuzione del 62% delle visite degli impollinatori notturni come la falena, rispetto ai fiori non "inquinati" dalla luce. Hanno rilevato anche una riduzione del 13% nella formazione della frutta in impianti situati nel centro dell'alone luminoso. 

Eva Knop, prima autrice dello studio, ed i colleghi mostrano anche che questo potrebbe avere un impatto sugli impollinatori diurni. Riducendo il successo riproduttivo delle piante, l'inquinamento luminoso porta all'esaurimento delle risorse alimentari disponibili per gli insetti impollinatori diurni. 

"I nostri risultati dimostrano che la luce artificiale di notte minaccia l'impollinazione e i suoi effetti negativi sulla impollinazione notturna può diffondersi nella comunità degli impollinatori durante il giorno, aumentandone il declino", scrivono gli autori. 
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Cerco di interpretare il disagio degli impollinatori con un esempio della mia città. Nella villa comunale vi sono due vasche con tanto di fontana che sgorga da un cumulo di pietre e svetta verso l'alto. Ma di sera avvicinarsi è fastidioso e sgradevole. Tra quelle pietre sono insinuate delle forti lampade che invece di illuminare la fontana sono dirette agli occhi dell'osservatore, rendendo sgradevolissimo fermarsi. Si potrebbe dire anche dell'illuminazione complessiva che fa letteralmente schifo e spesso mi chiedo chi ne sia il committente, il progettista, il fornitore. 

Ho più volte tentato di parlarne con qualcuno, amico o altro, ma la conversazione non attrae più di tanto. Forse perché sordi e, quindi, ciechi, per una sorta di sinestesia diffusa. Proprio l'altra sera, con un caro amico ed anche con un'amica, dicevo della 'luce come emozione e dell'estetica dello sguardo'. Sto citando me stesso. Mi fermo. Mi taccio.

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