07 gennaio, 2018

La dipendenza dai videogiochi presto riconosciuta dall'OMS

Non tutte le dipendenze sono originate da sostanze chimiche, l'OMS presto riconoscerà ufficialmente il 'disturbo del gioco' (gaming disorder). Questa malattia è caratterizzata da 'una crescente priorità data al gioco d'azzardo rispetto ad altre attività'. 

http://mentalfloss.com/article/523460/excessive-gaming-might-soon-be-recognized-official-disorderIl 'disturbo del gioco' sarà presto riconosciuto come una malattia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), lo ha detto venerdì a Ginevra un portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite

I rischi di dipendenza legati a questo 'disturbo' saranno aggiunti all'11° elenco della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), che sarà pubblicato a giugno, ha detto Tarik Jasarevic nel corso di una conferenza stampa. Questo elenco, compilato dall'OMS, si basa sui risultati degli esperti sanitari di tutto il mondo. 

L'attuale definizione di questo 'disturbo del gioco' descrive 'un comportamento legato ai videogiochi su Internet o offline, che è caratterizzato da una perdita di controllo sul gioco, una priorità sempre maggiore data al gioco rispetto ad altre attività tanto che ha la precedenza su altre aree di interesse', ha detto Jasarevic. 

Tra gli altri sintomi ci sono 'la continuazione e l'aumento dell'attività di gioco nonostante la comparsa di conseguenze negative'. Secondo gli esperti dell'OMS, un individuo deve mostrare una dipendenza anormale al gioco per almeno un anno prima di essere definito come affetto da questo disturbo, che sarà classificato come 'comportamento da dipendenza', ha aggiunto il portavoce. 

Ma ha sottolineato che è prematuro speculare sull'ampiezza del problema. 'Il disturbo dei videogiochi è un concetto relativamente nuovo e i dati epidemiologici nella popolazione non sono ancora stati raccolti'. 

Nonostante la mancanza di statistiche, 'gli esperti di salute concordano sul fatto che esiste un problema' e che la prossima inclusione come 'disturbo del gioco' nel CIM è un passo 'appropriato', dice Jasarevic. 'Ci sono persone che chiedono aiuto', ha continuato, sottolineando che il riconoscimento formale della loro condizione contribuirà a stimolare nuove ricerche e nuove risorse per combattere questo problema.

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