23 luglio, 2016

Selfie, epidemia contagiosa, sempre più spesso mortale

Scattare un selfie è diventata una epidemia: come causa di morte in piena espansione. 
http://www.digitaltrends.com/social-media/selfies-are-now-the-most-popular-genre-of-picture-and-in-related-news-everyones-the-worst/#ixzz3ycIueBUo
Dal momento dell'ascesa dei social network, milioni di persone vivono ormai nella sfera del "mi piace", della condivisione e del Retweet. Dal riconoscimento per schermi interposti nascono le nuove abitudini, come i selfies. Un gesto quotidiano diventato nuova causa di morte, un comportamento narcisistico a volte veramente stupido. 

Il selfie sembra essere un fenomeno innocuo fatto al solo scopo di mostrare il raggiungimento di nostri risultati ai nostri amici. Come prova dell'ampiezza del fenomeno sulla nostra vita quotidiana, uno studio ha riportato (digitaltrends / foto in alto) che il ritratto rappresenta il 30% delle foto pubblicate on-line in un range di persone tra i 18-24 anni. Va anche sottolineato che, sempre più spesso, vari avvenimenti ci dicono che i morti a causa dei selfie stanno aumentando di anno in anno. 

Tanto per citare i più recenti, il 5 luglio 2016, due turisti hanno perso la vita in Perù per scattare un selfie da un punto panoramico troppo alto. Entrambe le cadute mortali sono solo le ultime due di una serie iniziata dalla nascita di questa abitudine. Nel 2014, una coppia di turisti morì sotto gli occhi dei propri bambini cadendo da una scogliera in Portogallo. Nel marzo 2016, un uomo è morto per un proiettile in testa, mentre scattava un selfie, con una pistola. Nel settembre 2015 un adolescente russo cade dal nono (foto) piano per voler scattare un "risky selfie" o, letteralmente, un "selfie rischioso". 

http://priceonomics.com/the-tragic-data-behind-selfie-fatalities/
La lista è lunga, uno studio ha contato 49 morti di questo tipo dal 2014. Secondo lo stesso studio, il selfie causa più morti degli attacchi degli squali. 28 morti da selfie sono state contate nel 2015 contro solo 8 per attacco da squalo. Il 40% di queste morti si è verificato in India. Secondo le statistiche, le vittime di queste morti sono per lo più uomini di vent'anni. Mentre tali incidenti sono, diciamo così, ancora marginali, una pagina di Wikipedia è stata creata sull'argomento. 

https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_selfie-related_injuries_and_deathsIl selfie, ha causato 22 morti dall'inizio del 2016. Ovviamente, non è la foto in sè che provoca la morte, ma il comportamento a rischio legato alla ricerca di sensazioni da far esplodere sui social. Così che il selfie potrebbe essere considerato un qualsiasi comportamento a rischio, come l'ubriachezza o l'influenza della droga. 

É diventato il gesto quotidiano che rivela molto sulla nostra società. La Psicologa e filosofa Elsa Godart ha analizzato ('Selfie dunque sono' - Huffington post) questa nuova abitudine nel suo libro 'Je selfie donc je suis'

Il primo selfie, con questo nome, sarebbe apparso nel 2002 su un forum online australiano (ABC Online), derivato dal termine self - inglese che significa "auto" e talvolta "essere soli", che avrebbe aggiunto il suffisso gergale, argotico, o se volete emozionale "ie". Da lì, con la complicità della rivoluzione tecnologica, si è diffuso rapidamente nel mondo ... 

"Nel 2013, la parola selfie fu eletta 'parola dell'anno' dall'Oxford dictionary e, dal 2016, è presente nei dizionari francesi. Ora sarebbe impossibile farne a meno", ci dice la studiosa. 
Lei analizza anche il gesto in sé. "Il selfie è l'emblema delle numerose rivoluzioni in cui siamo invischiati. In primo luogo, il selfie non ci sarebbe stato senza una rivoluzione tecnologica: l'avvento del digitale ha avviato una serie di fratture che hanno sconvolto profondamente i nostri stili di vita. Ha portato a un cambiamento radicale nella nostra percezione del mondo che può essere chiamata rivoluzione umana, in cui possono essere identificati due importanti cambiamenti: quello del nostro rapporto con lo spazio-tempo e il linguaggio. Con il selfie, è ovvio che per prima è in gioco la 'rappresentazione di sè' e richiede una riflessione sul narcisismo", spiega la Godart (già cit). 

Al di là della rivoluzione sociale e culturale, l'intellettuale si rabbuia a proposito del selfie ritratto. "Un tale problema ci interroga sulle ripercussioni del nostro rapporto con gli altri, quelli che prosperano in perenne crisi d'identità da adolescenti e che configurano una quarta rivoluzione, sociale e culturale. La società, così, si trasforma gradualmente in un teatro delle rappresentazioni del nostro ego, un gioco in cui la dimensione così bella, accogliente e creativa di un selfie non può essere ignorata, una pulsione di vita (Eros) che riflette una rivoluzione erotica. Tuttavia, Eros non è senza Thanatos, l'istinto di morte: il selfie ha il suo lato oscuro nel peso della solitudine che dissimula nei suoi morbidosi eccessi, tanto da manifestarsi nel suo ulteriore aspetto patologico". 

Di fronte all'aumento del tasso degli incidenti, i paesi e le organizzazioni si stanno mobilitando. Il sindaco di Mumbai, capitale dell'India, per esempio, ha istituito aree "no selfie" in molte delle sue attrazioni turistiche. Coloro che osano entrare in queste aree sono multati con 1.200 rupie, circa 15 euro, anche se non scattano foto. L'anno scorso, il governo russo ha pubblicato una guida (trad google) su come scattare selfies e restare sani e salvi. L'ufficio del turismo norvegese ha anche adottato stessa iniziativa.

Sono anche nate organizzazioni per la propria difesa, come Selfietodiefor

Vi siete un po' spaventati? Fate un'innoqua smorfia di paura e ritraetevi. 

Nessun commento: