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30 settembre, 2015

Start-up lancia il "clickfunding". Finanziamenti con un click.

Il Crowdfunding non è la soluzione unica e definitiva per finanziare il proprio progetto online. Il settimanale egiziano Al-Ahram ha rivelato che un "nuovo concetto di azione sociale" è nato nel paese: il "clickfunding". 

http://bassita.org/en
Come suggerisce lo stesso nome, il "clickfunding" consente all'utente di contribuire a un progetto con un solo clic. Creato da una start-up, Bassita (singolo, in arabo), questo concetto si presenta come intermediario tra uno sponsor e un utente di social network interessati a fornire assistenza a una causa specifica. 

Esempio: Bassita ha deciso di aiutare il villaggio di ricamatrici Khalta a Fayoum, prive di assicurazione sanitaria. La metà di loro hanno problemi di vista, ma non hanno i mezzi per una visita oculistica o acquistare un paio di occhiali. Bassita ha creato un video per la campagna e ha fatto un accordo con un marchio di ottica: se il video supera 10.000 contatti, il marchio si impegna a fornire 1.000 paia di occhiali a queste donne. 

Dice Alban Menonville, direttore generale e cofondatore di Bassita con sede da diversi anni al Cairo:
"Tutto è bene calcolato: dieci visualizzazioni del video (equivalgono a un punto) cioè un paio di occhiali offerti. E per guadagnare più punti alla causa, gli utenti possono condividere o tweettare il video: la causa ottiene così 50 punti in una volta. Se si lascia un commento, altri 100 punti guadagnati". 

In un paese dove solo il 7% della popolazione ha una carta di credito, il "clickfunding" sembra una soluzione interessante. Tanto più che l'Egitto è il primo paese arabo in termini di utenti di reti sociali con 22 milioni di persone collegate. 

Il "clickfunding" è ancora ai primi passi, ma tutto fa pensare che questo concetto abbia un futuro. Ha già ricevuto tre premi, tra cui il Media Foundation Ebticar premia ogni anno i migliori dieci progetti nel mondo arabo. 

05 marzo, 2017

Il vivaio delle Start Up è nordafricano. Terreno fertile e fiorente.

Il Nord Africa assiste ad un pullulare di start-up sociali, un terreno fertile per la nuova economia. Tunisia, Egitto e Marocco. 
http://awesomejelly.com/go-energyless-keep-food-fresh/
Frigoriferi nel deserto, un bracciale che impedisce gli attacchi di cuore, o Bassita, sistema di raccolta di fondi di beneficenza: innovazioni e solidarietà abbondano in questi tre paesi, posizionati in prima linea nell'imprenditoria sociale. 

Oxford Business Group segnala che il Marocco oggi è forte di più di 250 start-up. African Manager dice che la Tunisia, tra un centinaio di giovani energie, si attesta tra le prime 10 posizioni, è 7ᵉ nella classifica Seedstars World. L'Egitto spazza via tutti i record, riporta Mashable, con migliaia di start-up nate tra il 2012 e il 2013, rilevate dall'Istituto di censimento egiziano. 

Come spiegare la rapida crescita di tali società in paesi con indicatori economici così fragili? 

Lo leggiamo su Journal Du Net che riporta Mattermark, con i dati del 2015 (suggerirei di leggerlo, soprattutto a quelli impegnati in varie campagne elettorali, associazioni varie ...), anche se, per diversi anni, le start-up si sono per lo più sviluppate in settori quali mailing e dating, dopo il periodo 2012-2015 hanno individuato il settore bancario, la salute, il prestito, il bitcoin, e l'e-commerce, ecc.. 

Le aree di attività più tradizionali come il trasporto e l'alloggio rappresentano anch'esse una preoccupazione centrale, con l'obiettivo di consumare in modo diverso e promuovere l'assistenza sociale. Secondo i diversi atlanti delle start-up che si concentrano su gli ecosistemi europei, troviamo le stesse tendenze di ricerca di economia collaborativa, big data, il MOOC o crowdfunding o "il potere finanziario della folla". 

Questa tendenza verso l'economia cosiddetta collaborativa trova il suo significato più pieno nei paesi emergenti, dove le start-up sono sempre più attive da poco meno di dieci anni. Questi paesi hanno cominciato a interessare donatori stranieri e, da allora, sono nati diversi programmi di accelerazione di start-up, come ad esempio Flat6labs in Tunisia o Innov Invest e Numa in Marocco, e non aspettano le grazie e lungaggini della banca mondiale. 

Questi fondi stranieri contribuiscono a soddisfare la necessità di un finanziamento di questo tipo di imprese considerate volatili e insicure, per le quali il conseguente tradizionale finanziamento bancario classico rimane riluttante e reticente nell'affrontare un poco rapido rientro degli investimenti. Va notato che questi paesi hanno mantenuto una metodo di finanziamento di tipo continentale che è basato, in primo luogo, su istituti bancari. Per i giovani imprenditori è forse l'unico tipo di finanziamento disponibile. 

Tralasciando il "gap finanziario" del settore bancario, che in questi paesi ha rifiutato di finanziare le start-up, gli investitori esteri (fondi di investimento, acceleratori di investimento) ne hanno intravisto il, tutt'altro che trascurabile, potenziale sociale. 

Queste aziende sono costituite da giovani con un'età media tra i 25 ei 32 anni (secondo le statistiche tunisine dell'Institut National, INS e dell'Istituto Nazionale di Statistica e di Economia applicata del Marocco). Questi ed in particolare i giovani laureati sono terrorizzati dalla paura della disoccupazione ormai endemica, quasi un morbo dilagante  al limite dell'indecenza. Secondo l'INS, nel 2016 la Tunisia ha sfornato 267 7000 laureati disoccupati per il terzo trimestre, con un tasso pari al 31,9% del totale dei disoccupati. 

Orbene, lo stesso profilo di questi giovani disoccupati, per lo più appassionati di nuove tecnologie, di talento, ambiziosl e per niente preoccupati dal cambiamento, rappresenta la caratteristica particolarmente ambita dagli investitori che scommettono sulla nuova economia. 

Le rivoluzioni in Egitto e Tunisia (2011), non hanno necessariamente rappresentato il punto di partenza di queste start-up, quanto piuttosto il catalizzatore, il motore della moltiplicazione delle stesse (The Economist). Questa nuova generazione ha capito che può cambiare le regole del gioco. La primavera araba ha reso disinibiti i giovani che hanno imparato che il cambiamento non è impossibile e che sono in grado di prendere il loro destino in mano. 

Dopo una più completa lettura delle start-up e dei giovani che hanno scelto la strada della imprenditorialità, ci si rende conto che un punto di forza accomuna la maggior parte di loro vuoi che siano tunisini, marocchini o egiziani: la sensibilità sociale. Consapevoli delle difficoltà economiche del loro paese, si sono lasciati coinvolgere dal desiderio di combattere la disoccupazione, creando le loro aziende, ma anche per migliorare la vita dei loro concittadini. 

Molti di questi start-uppers sono portatori di progetti nei settori dei trasporti e per la salute, l'obiettivo è quello di compensare gli investimenti pubblici insufficienti. 

Così BeThree, start-up tunisina, creata da tre studenti di ingegneria, è riuscita a sviluppare un braccialetto intelligente che rileva i bruschi cambiamenti di frequenza cardiaca e la pressione sanguigna, prevenendo, così, un possibile attacco cardiaco. Questa start-up che è stata fondata nel 2015 nell'ambito di un laboratorio di Esprit (scuola di ingegneria a Tunisi) ha ventilato qualche mese fa la possibilità di una collaborazione con Wonka Lab, un acceleratore con sede a Los Angeles, California. "Il nostro periodo di incubazione in Esprit volge al termine, Wonka Lab si è offerto di aiutarci a crescere nel mercato statunitense", ha detto uno dei coponenti al quotidiano Le Monde.

Carmine è nato a Casablanca, promuove la condivisione delle automobili, una soluzione per i giovani attivi che non possono permettersi un veicolo. Vede le sue stazioni disponibili in crescita, l'azienda pensa di estendere il concetto per applicarlo ad altre città marocchine. 


Altri sono posizionati nel clickfunding, come Bassita, (unico in arabo) in Egitto, che ha utilizzato un meccanismo innovativo per la raccolta di fondi e per fornire l'accesso all'acqua potabile a più di 1.000 case. Questo modello ha permesso di finanziare nel 2014 migliaia di paia di occhiali per ricamatrici di una provincia povera. Nel 2015, 30 bambini che non avevano mai visto il mare, hanno trascorso una giornata presso il Mar Rosso. 

Safa, start-up marocchina, anch'essa lanciata anche dagli studenti, della scuola di ingegneri Mohammadia, ha sviluppato un filtro per l'acqua in argilla e legno. I creatori hanno deciso che il prodotto sia fatto da casalinghe e che parte delle entrate vadano ai progettisti o venditori. 

Tuttavia, in qualunque nazione e qualunque sia il settore di attività, oggi una start-up mostra sempre lo stesso tallone d'Achille: forte dipendenza da finanziamenti privati ​​durante la fase di avvio che può rendere fragile e alienata dai suoi finanziatori. 

Il futuro economico di questi paesi sarà comunque scritto a due mani dai governi e da queste start-up. L'obiettivo oggi è quello di portarle con successo all'attenzione delle politiche del governo per offrire loro le migliori condizioni legali e fiscali per le quali percorrono la loro strada. 
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Vedasi per approfondimenti

03 novembre, 2015

StartUp e vendita in linea delle azioni. Si parte.

Le Startup potranno vendere le azioni in linea. 
Gli utenti di Internet degli Stati Uniti saranno presto in grado di acquistare le azioni non quotate delle start-up direttamente on-line. 

http://www.crowdfundinsider.com/2015/09/74978-mary-jo-white-comments-on-crowdfunding-rule-making/L'Organo di controllo della Borsa statunitense (SEC) venerdì ha approvato nuove regole che permetteranno agli utenti di acquistare azioni di start-up non quotate attraverso piattaforme di crowdfunding. 

Del finanziamento collettivo o crowdfunding, il sito americano Kickstarter è una delle figure più importanti, un modello che è cresciuto notevolmente negli ultimi anni. É spesso usato da giovani aziende che propongono agli utenti Internet di acquistare in anticipo un nuovo prodotto che si vuole sviluppare. Se vi è una domanda sufficiente, ciò permette loro di finanziarne la produzione. 

Le norme adottate venerdì, con tre voti contro uno, da parte della SEC si pone l'obiettivo di sorvegliare l'espansione di questo modello nella vendita di azioni di start-up. I visitatori saranno in grado di ottenere una partecipazione al capitale, come già accade su scala molto più ampia agli investitori istituzionali specializzati nel capitale di rischio. 

"C'è grande entusiasmo nel mercato del crowdfunding", ha commentato il presidente della SEC, Mary Jo White in un comunicato. Ha sostenuto che le nuove regole "forniscono alle piccole imprese soluzioni innovative per raccogliere capitali e dare agli investitori le protezioni di cui hanno bisogno". 

In particolare, le nuove norme prevedono sin dall'avvio di raccogliere fino a un milione di dollari l'anno, offrendo azioni attraverso una piattaforma di crowdfunding che verrà registrata presso la SEC. 

Si tenta anche di proteggere alcuni investitori, limitando la quantità da investire (con limiti che variano a seconda del loro reddito), costringendo le piattaforme, dove le azioni sono offerte agli utenti, ad adottare misure per ridurre i rischi di frode o richiedendo che le startup rendano pubbliche le informazioni circa la solidità delle loro finanze, i loro business plan e l'uso che intendono fare dei soldi. 

Le nuove norme dovrebbero entrare in vigore il prossimo anno. 
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sull'argomento finanziamenti vds anche
Il clickfunding, Finanziamenti con un click.